Bambini

 

“Nessun bambino è senza genitori e nessun bambino è dei genitori.
Ogni bambino è se stesso e, come tale, non assomiglia a nessuno.
Nato dalla congiunzione di tre desideri: quello del padre,
della madre e il suo, darà atto a una vita che dobbiamo riconoscere esserci ignota”
(Francoise Doltò)

 

 

Durante l’infanzia il bambino può incontrare momenti di disagio naturali e passeggeri, legati ad esempio al fatto di affrontare una nuova fase della sua vita oppure può esprimere, con vari comportamenti o con un blocco evolutivo, un malessere più profondo.

Per questo prendersi un tempo per osservare quello che avviene nel nostro bambino, cercando di comprendere cosa stia succedendo senza farsi assalire dall’angoscia, è sano.

Questo non deve però trasformarsi in una difficoltà a cogliere un disagio che sta rischiando di stabilizzarsi.

Può risultare particolarmente difficile per il genitore valutare la possibilità di portare un bambino dalla psicologa infantile. Magari si viene consigliati in tal senso dall’insegnante, o dal pediatra, o da una preoccupazione che di tanto in tanto sentiamo dentro di noi.

Di fronte a questi consigli il genitore si può sentire offeso, imbarazzato, infastidito, spaventato. Tutte emozioni legittime, che però non devono avere la meglio su di noi, a discapito del benessere di nostro figlio.

Se un comportamento del proprio figlio lascia perplessi, meglio togliersi il dubbio che fare come se nulla stesse accadendo.

 

L’intervento psicologico è tanto più efficace quanto più è tempestivo: questo a maggior ragione vale per un bambino che ha il grande vantaggio di superare le proprie difficoltà, se opportunamente supportato, assai più velocemente e con risparmio di sofferenze rispetto ad un adulto (la cui struttura psichica è inevitabilmente meno flessibile).

 

L’obbiettivo è quello di ridurre alcune forme di malessere che, in assenza di una presa in carico precoce e competente, rischiano di svilupparsi in forme di sofferenza cronica in adolescenza e in età adulta.

Con una consultazione breve lo psicologo potrà individuare e condividere con voi qual è il percorso più adatto per aiutare vostro figlio.

Il lavoro psicologico con il bambino si svolge con la collaborazione attiva dei genitori che vengono coinvolti nel percorso di cura con incontri cadenzati.

 

Psicologa infantile Ivrea e Torino

 

Manifestazioni di malessere a cui prestare attenzione

Le manifestazioni di disagio dei figli che più sovente portano i genitori a rivolgersi allo psicologo infantile sono:

  • Le paure che, se protratte, assumono rilievo significativo e finiscono per limitare l’autonomia, la socializzazione o altri aspetti della vita del bambino (paura di andare a scuola, paura del buio, paura immotivata di perdere una persona vicina, paura di una specie animale).
  • Gli stati di ansia (timori eccessivi del giudizio dell’adulto e dei rimproveri, preoccupazione di non essere all’altezza, angosce di separazione).
  • Le situazioni di blocco emotivo (difficoltà a esprimere le proprie risorse cognitive e affettive, inibizioni di varia natura).
  • Difficoltà che coinvolgono l’alimentazione (rifiuto del cibo, desiderio smodato di mangiare, obesità infantile).
  • Difficoltà che riguardano la defecazione o la minzione (encopresi, enuresi).
  • Difficoltà che coinvolgono il sonno (incubi notturni, angoscia nel rimanere soli nella propria cameretta, difficoltà ad addormentarsi).
  • Manifestazioni di aggressività (verso i coetanei, verso bambini di età diversa, verso uno o entrambi i genitori, verso un fratello o una sorella, verso altre figure adulte, indirizzate verso se stessi).
  • Difficoltà a mantenere l’attenzione (a scuola, in qualsiasi contesto, insieme ad agitazione motoria continua).
  • Problemi connessi al linguaggio (ritardo nell’acquisizione della parola, tendenza a parlare come bambini di età inferiore alla propria).
  • Problemi di apprendimento (ritardo nell’apprendimento della lettura o della scrittura, difficoltà rispetto alla logica, ritardo nell’apprendimento della matematica).
  • Problematiche relazionali: timidezza spiccata, stati di isolamento.

 

Eventi della vita che possono mettere in difficoltà un bambino

Ci sono poi alcune situazioni di vita che il bambino può trovarsi ad affrontare, che portano i genitori a chiedere un supporto rispetto a quella specifica fase o a quel determinato evento:

  • Gelosie conseguenti alla nascita di un fratellino o una sorellina.
  • Situazioni di separazione della coppia genitoriale.
  • Malattia grave o morte di un genitore.
  • Elevata conflittualità delle figure di riferimento.
  • Malattie organiche.